Università di Siena

Il Rinascimento e la cucina delle corti. ‘Unità di Siena Stranieri si occuperà del periodo umanistico e rinascimentale, quando la pratica di cucina come segno distintivo del potere ai livelli alti della società mostra i caratteri di un complesso e articolato cerimoniale. Nei contenuti e nella lingua, la letteratura culinaria di età rinascimentale si muove in una prospettiva policentrica, complessa e multiforme, talora assai attenta a un confronto e a una sintesi equilibrata delle varie tradizioni locali. L’assenza di una lingua italiana comune e unitaria del cibo genera l’attenzione ai geosinonimi: i libri di cucina dell’epoca ci offrono una testimonianza viva e preziosa della grande ricchezza linguistica che costituisce uno dei punti di forza di questa tradizione.

La ricerca punterà ai seguenti obiettivi:

1. l’edizione criticamente fondata – di cui siamo ancora sprovvisti – di una delle opere centrali del periodo, i Banchetti, compositione di vivande et apparecchio generale (Ferrara 1549) di Cristoforo Messi Sbugo, vero archetipo del trattato rinascimentale di cucina;

2. la ricerca e l’esame di fonti d’archivio non note o scarsamente conosciute (per esempio negli archivi di Firenze, Mantova, Modena);

3. parallelamente all’accertamento filologico e testuale, lo studio della lingua e del lessico, che punterà a cogliere il complesso equilibrio fra la spinta di adeguamento al modello toscano, richiesto e favorito dalla stampa, la sopravvivenza di elementi dialettali, il non trascurabile influsso del latino. Lo studio esteso al campo pragmatico e sintagmatico cercherà di chiarire come e quanto varie strutture tipiche della lingua italiana del cibo (il generoso impiego della suffissazione; la tendenza all’ellissi, ecc.) derivino da una definizione e codificazione che avviene in questo periodo.

All’unità centrale di Siena Stranieri spetta il ruolo di coordinamento nella ricerca, di definizione dei criteri delle edizioni, di coordinamento del Glossario informatico.